Tutti sanno quando e come è nato il football maschile, ma noi nn vogliamo raccontare di qualcosa che sanno già tutti.
Noi vogliamo parlare della storia del calcio in rosa che immaginiamo sappiano in pochi.
Fin dall'inizio il gioco del calcio è stato legato ad una piattaforma ideologica fondata sul maschilismo dell'età vittoriana che considerava lo sport una questione per soli uomini. qualche timida eccezione fa capolino negli strati più elevati della società dove talune tendenze progressiste e liberali ammettono la pratica dell'esercizio fisico, ma solo come momento ricreativo e di svago.
Contro tale costrizione ideologica le donne scendono comunque in campo e con le loro azioni riescono a fondare nel 1894 (31 anni dopo quello maschile) il British Ladies Football Club con sede non lontano da The Broadway -Londra-. le fondatrici, anglo-scozzesi, verranno soprannominate 'suffragette calcistiche'. all'appello risponderanno ben 36 ragazze e verrà diviso in 2 squadre che verranno banalmente 'Nord' e 'Sud', ma senza riferimenti geografici.
Le parole che scrisse una delle fondatrici per spiegare le ragioni che l'avevano convinta a prendere quella iniziativa così particolare fanno riflettere su cosa significasse la pratica calcistica femminile: -'L'anno scorso ho istituito l'associazione con il fermo proposito di provare al mondo che le donne non sono 'le ornamentali e inutili' creature dipinte dagli uomini.
Da qui il salto del tifo è facile e automatico, quasi istintivo, anche se di acqua sotto i ponti ne è passata.
Certo non è stato agevole e semplice vedere donne appassionate di pallone.
Ma il 'miracolo' è avvenuto. Ora in tutti gli stadi si possono ammirare tifose che applaudono, soffrono, incitano, s'arrabbiano, esultano, piangono di gioia, cantano, commentano, giudicano, insultano anche, ma amano incondizionatamente la loro squadra i colori della maglia. Noi Gau siamo tutto questo. Siamo presenti allo stadio e spesso anche alle trasferte (dove impegni familiari e/o primari ce lo consentono) col freddo, con la pioggia, con la neve e col caldo torrido.
più donne allo stadio! ci sarebbero meno tensioni, a poi anche l'occhio vuole la sua parte!
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